Brera Design District : la Brera Di Aldo Cibic
Forse la mia opinione su Brera è un po’ di parte in quanto è da quando sono venuto a lavorare a Milano, alla fine degli anni ’70, che ho sempre avuto casa e studio in questa zona.
Mi posso, per questo motivo, considerare a tutti gli effetti un testimone di come in questi anni questa parte della città si sia modificata, e perché mi piace ancora stare qui.
Di fatto è una cittadina nella città, dove ci sono degli scorci della vecchia Milano in cui vi si trovano ancora piccole realtà artigianali che convivono naturalmente con le realtà più diverse tipiche della Milano metropoli d’avanguardia. Gli showroom del design, i negozi di modernariato, quelli di moda, i ristoranti più nuovi e simpatici, i bar, le panetterie, i negozi di alimentari, il chiosco dei giornali più internazionale di Milano e, fino a poco tempo fa, la sede del Corriere della Sera, fanno della zona Brera un luogo in cui la vita di quartiere si arricchisce della vita di chi viene da fuori producendo, grazie z questa varietà, un’energia tutta speciale di grande qualità ed una sorta di “Milano style” e ”Made in Italy” concentrati nello stesso posto.
L’aver deciso di formalizzare la zona nel Distretto - Brera Design District- la trovo un’operazione che definisce più chiaramente una polarità e le sue caratteristiche, che oltre al fatto specifico relativo al design, porta avanti un processo virtuoso di valorizzazione della città per cui chi vive e chi lavora nel “Brera district” percepisce un maggiore senso di appartenenza e ha tutti i motivi per innalzare continuamente la qualità del quartiere e dell’offerta.
Lezioni di Design: il punto di vista di Aldo Cibic
Viviamo in un momento di grandi cambiamenti in cui si sta rimettendo in discussione la cultura del progetto a vari livelli, compreso quello del design. Se vogliamo pensare al futuro bisogna guardare al passato per capire quello che c’è stato di buono e di interessante e che ci può essere di nuovo utile; bisogna cercare di capire bene il nostro tempo e le gerarchie dei bisogni che la nostra progettualità può provare a soddisfare.
Ci troviamo di fronte a problematiche complesse che richiedono un approccio multidisciplinare. Le risposte non si possono esaurire in semplici oggetti, ma in processi che ci portano a percorrere una strada che ci permetta di arrivare ad individuare degli output progettuali più ricchi e articolati, in cui nuove tecnologie, sapere umanistico, il saper fare artigianale e industriale, internet (…) messi insieme possono contribuire a costruire il nostro nuovo rinascimento.